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Leggi: Cosa accade psicologicamente, quando facciamo qualcosa che non avremmo voluto fare?

Immagine del redattore: Alessandro LoreficeAlessandro Lorefice

A volte può capitare di trovarsi, magari senza sapere né come né perché, di fronte a delle situazioni in cui si arriva a compiere delle azioni che in realtà non si avrebbe voluto mai compiere.


Queste situazioni sono quelle in cui il nostro comportamento è opposto al nostro atteggiamento, o ai nostri valori. Inoltre è questo il caso, per esempio, in cui bisogna dare retta a qualcuno di cui non ci fidiamo proprio, oppure quando dobbiamo fermarci a parlare con qualcuno fingendo di aver interesse nei loro confronti, o ancora, quando ci troviamo a dover compiere un lavoro che va contro il nostro atteggiamento e le nostre credenze.


Potrebbe sicuramente risultare utile sapere come funziona la nostra psiche in momenti del genere, al fine di conoscere meglio se stessi, le proprie azioni e le proprie reazioni.


Cosa accade alla nostra mente quando viviamo queste situazioni?


La risposta è racchiusa in un meccanismo psicologico che Festinger, celebre psicologo sociale, chiamò di dissonanza cognitiva.

Questo è lo stato spiacevole causato dalla consapevolezza dell'incoerenza esistente tra convinzioni, atteggiamenti o azioni discrepanti.


Gli aspetti fondamentali sono: la consapevolezza, dunque in questi casi ognuno di noi percepisce perfettamente che c'è qualcosa che non va in ciò che sta compiendo; e l'incoerenza, cioè quella sensazione di falsità percepita dovuta alla divergenza delle azioni rispetto le convinzioni.


La dissonanza cognitiva si sviluppa lungo 4 fasi principali, che di seguito verranno esposte facendo l'esempio di un ragazzo che decide di fare un determinato percorso di studi sotto la pressione di qualcuno altro:


1. Percezione dell'azione come incoerente, quindi appunto la consapevolezza (Es. Il corso di studi che inizierò non mi piace assolutamente, invece avrei voluto studiare....);


2. Assunzione di responsabilità per l'azione compiuta (Es. Ho deciso io di iscrivermi a questo corso di studi);

3. Attivazione fisiologica e psicologica (Es. Sono teso e agitato, penso tanto alla mia scelta);


4. Attribuzione delle attivazioni fisiologica e psicologica all'azione compiuta (es. se mi sento cosi è perché studierò qualcosa che non volevo).


Come si risolve questa incoerenza nella nostra mente?


La cosa molto interessante è che quando ci si comporta in maniera discrepante rispetto ai propri atteggiamenti, alle proprie ideologie o alle proprie convinzioni, si tende a modificare quest'ultime rendendole convergenti al comportamento.


Piuttosto che modificare un comportamento, la mente, ci porta a modificare le nostre convinzioni per far si che le attivazioni fisiologiche e lo stato di tensione si allevino. Questa tendenza a cambiare le nostre visioni nei confronti delle scelte, può avvenire esibendo atteggiamenti diversi:


  • Giustificazione dello sforzo - Ho sofferto per ottenerlo, perciò vuol dire che mi piace;

  • Giustificazione parziale - Dopo tutto non è così male;

  • Giustificazione decisionale - Ho le mie buone ragioni;

  • Giustificazione consequenziale - Avevo ragione;


Concludendo, è utile affermare che la dissonanza cognitiva non ha una valenza strettamente positiva o negativa, il tutto dipende dalla specifica situazione.


L'aspetto positivo è che si è stimolati a prendere in considerazione degli aspetti e delle argomentazioni che altrimenti avremmo ignorato.

L'aspetto negativo è che la nostra mente tende a giustificare qualunque azione noi compiamo.



Conosci ciò che accade in te per riconoscerlo mentre accade








 
 
 

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