Comunicare in maniera efficace, saper stimolare i singoli atleti, trasmettere regole e concetti ad un gruppo.
Queste sono solo alcune delle competenze comunicative che vengono richieste ad un allenatore. Molto spesso, pur svolgendo una professione che fa della gestione delle risorse umane uno dei principali elementi costitutivi, non si possiede la formazione adeguata per avere una comunicazione efficace all’interno del gruppo.
In questo caso, parlo di formazione perché allenatori, come calciatori, si diventa, non si nasce e soprattutto si migliora con il tempo e con la costante ricerca della conoscenza ed un continuo aggiornamento. Per questo, oltre ad allenare la squadra, bisognerebbe muoversi verso la cultura dell’ allenare anche chi della squadra deve essere la guida. La capacità di comunicare efficacemente può fare di un buon allenatore un ottimo allenatore.
Comunicare non è semplicemente l’atto con il quale si trasmette un messaggio, ma è un qualcosa di più grande e complesso in cui la trasmissione del messaggio ne è solo una parte, comunicare infatti non è un processo unidirezionale bensì un processo circolare, uno scambio di messaggi dove non ha senso parlare di inizio e fine. Infatti se dovessimo disegnare graficamente mai risulterà una linea retta, ma, in maniera più corretta, un cerchio. Per sapere comunicare efficacemente sono diversi gli aspetti sui quali bisogna concentrarsi. Se volessimo schematizzare i passaggi necessari della comunicazione, potremmo così esporli: a) decisione del comunicare un messaggio; b) individuazione del soggetto ricevente e immediata qualifica dello stesso (lingua, livello culturale e di conoscenze, disponibilità alla comunicazione, posizione del soggetto, ecc..) c) scelta del canale di trasmissione del messaggio d) codifica e verifica che il messaggio sia adeguato al passaggio dell’informazione e comprensibile per il ricevente; e) compilazione del messaggio; f) trasmissione del messaggio; g) decodifica del messaggio da parte del ricevente; h) risposta interna al messaggio da parte del ricevente; i) retroazione o feedback. Grazie alla retroazione o feedback la comunicazione diventa un processo circolare, dove non ha senso parlare di inizio e di fine.
Esistono diversi tipi di feedback, tutti importanti alla stessa maniera; a) feedback di ricezione attraverso il quale il ricevente segnala la ricezione del messaggio al trasmittente; b) di riformulazione attraverso il quale il ricevente ripete il messaggio al trasmittente allo scopo di avere conferma della propria percezione (riflessione); c) di reazione personale attraverso il quale il ricevente informa l’emittente dell’effetto che il messaggio ha avuto in lui; d) di reazione giudicante attraverso il quale il ricevente giudica il messaggio del trasmittente ed esprime su di esso una opinione.
L'allenatore dovrebbe essere in grado di fornire tutti questi feedback, ma anche di richiederli quando si trova nella posizione di emittente.
Per concludere, di seguito vengono esposte 3 caratteristiche fondamentali per essere efficaci nella comunicazione, soprattutto quando ci si trova di fronte ad atleti giovani:
Spiegare il "perché" - l'indicazione, il consiglio, così come il metodo, vengono percepiti dai giocatori come importanti, se alla base di questi vi è una logica. Esprimere chiaramente questa logica, aiuta gli allenatori ad avere atleti motivati e più propensi allo sforzo in allenamento ed in partita.
Costruire l'indipendenza - fornire la possibilità di scegliere, di riflettere e di pensare criticamente, aiuta i propri giocatori ad assumersi responsabilità, con il conseguente sviluppo di autonomia ed efficacia personale. Inoltre, questa attitudine a responsabilizzare i giocatori più giovani, fornisce un grande aiuto nella crescita a 360 gradi, personale e professionale.
Promuovere la resilienza - resistere alle avversità, trovare soluzioni efficaci, riconoscere e gestire i momenti di sofferenza, perseverare con il massimo impegno, cogliere le opportunità dalle crisi. Gli allenatori possono ottenere tutto ciò creando pressione e competizione durante gli allenamenti, così da poter monitorare ed indirizzare le strategie di coping maggiormente utilizzate dai giocatori. Questa metodologia, offre un grande aiuto e supporto agli atleti per gestire le battute d'arresto ed i momenti di crisi, nello sport e nella vita.
Per concludere, possiamo dire che quando si decide di partire per il viaggio che ha come destinazione la guida di una squadra, nel preparare la valigia, non può mancare una forte conoscenza degli aspetti comunicativi e di relazione.
Il viaggio dell'allenatore è sicuramente faticoso e pieno di insidie, ma può anche diventare la più soddisfacente esperienza di vita.
"Tutti abbiamo bisogno di un allenatore, quando si sta giocando una partita è difficile pensare a tutto" - Jim Rohn

Comments